L’allarme del docente dell’Università “D’Annunzio” Chieti-Pescara, Walter D’Amario: “Serve approccio strategico e bisogna fare attenzione ai troppi professionisti improvvisati.
Creano sfiducia innescando la falsa convinzione che l’uso dell’online non serva a niente”
Il web marketing è un’ineludibilità. Eppure è sconcertante rilevare che persino in molte grandi aziende ci sia ancora una totale mancanza di cultura in tal senso. Se si procede senza un approccio strategico e non si agisce subito, le imprese del nostro Paese non avranno la possibilità di cogliere le opportunità offerte dal digitale per la tenuta del proprio business e per spingersi nell’internazionalizzazione”. Questo l’allarme lanciato da Walter D’Amario, docente di Web Marketing all’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara e direttore del master in web marketing gogoacademyi.it in occasione della presentazione, a Roma, del libro-inchiesta “Il web marketing per l’internazionalizzazione” (Edizioni Meta) firmato da D’Amario insieme con Paola Sabella, Direttore dell’Agenzia Sviluppo Chieti-Pescara nonché Segretario generale della Cciaa di Crotone, e Giovanni Marcantonio, Project Manager Enterprise Europa Network.
“Ci si chiede come sia possibile che molte aziende seppur siano online con propri siti web e siano approdate sui social network non sappiano ancora utilizzare gli strumenti con un approccio strategico. La presenza online non solo non basta ma spessi può trasformarsi in un vero e proprio boomerang. Gli utenti-clienti si accorgono subito se un sito è statico e non offre servizi e se dunque non è pensato al fine di migliorare il servizio stesso”.
D’Amario evidenzia inoltre che il 50% delle aziende oggetto della ricerca dichiara di non ritenere il web utile al proprio business. “È una sciocchezza. Basti pensare che se un’azienda non è online Google Maps non la rileva nelle ricerche. Dunque persino nella semplice richiesta di un indirizzo il potenziale cliente non è in grado di ottenere le informazioni. Dunque non si può più prescindere dall’approdo online anche semplicemente per essere raggiungibili”. Il docente dell’ateneo abruzzese punta inoltre il dito contro la marea di “incompetenti digitali” che “non fanno bene al Paese e contribuiscono a confondere le aziende e addirittura a creare un clima di sfiducia”.
Basta un giro su Linkedin – evidenzia il docente – per farsi un’idea di quanti siano i “sedicenti professionisti di web marketing ai quali le aziende spesso si rivolgono senza ottenere risultati concreti in termini di business, anche in materia di e-commerce, convincendosi quindi erroneamente che il web marketing non serva a niente”. Se orientarsi nel mare magnum dell’offerta non è facile, D’Amario invita le aziende a “rivolgersi alle associazione di categoria sul territorio, per farsi guidare in una prima consulenza e capire cosa può essere utile al proprio business”. “La non conoscenza – conclude D’Amario – ancor prima della non competenza, si traduce in mancanza di redditività”.
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